mercoledì 12 agosto 2015

'Zi Peppe

Della famiglia Cafarelli, 'Zi Peppe, più anziano di Barbetta, era... l'armatore.
Possedeva cinque barche, quattro le affittava, una era sua personale. Erano barche a remi, semplici, da pescatore, un po' pesanti da governare ma stabili e sicure. Gli scafi avevano un colore particolare, di un azzurro tendente al grigio.
 'Zi Peppe le affittava a malincuore, dopo mille raccomandazioni:
- " Giuvino', ma 'a sapìte purta' ?"
- "M'arraccumanno!"
- "Si jate a Marechiaro, passate pe' ffora a Preta Salata, ca pe' ddinto stanno 'e cchiane!"

Trovava pace solo quando la sua... flotta rientrava.

Nell'attesa remava lento, in avanti, nella rada di Giuseppone, con le spalle alla prua, anche perchè a poppa, seduto, impettito e partecipe, c'era il suo cane. Uno di quei cagnolini come ce ne sono tanti, risultato di incroci di svariate razze accoppiatesi nel tempo. Era piccolo, bianco a macchie color caffelatte. 
L'intesa tra i due era perfetta. Da terra si vedeva che 'Zi Peppe gli parlava, come ad un vecchio amico, e il cane sembrava ascoltarlo e assecondarlo.
'Zi Peppe abitava con la moglie Zia Nannina, in una stanza unica con cucinotto. 
Quando apriva la porta finestra appariva una visione che era una gioia per gli occhi e per lo spirito. Ben centrato di fronte, il Vesuvio. A sinistra Napoli, a destra villa Volpicelli, davanti la scogliera, il piccolo porto, e le barche che rappresentavano tutta la sua ricchezza. Anzi, no. 
Era anche proprietario di una nassa che aveva affondato fuori agli scogli.
Una volta che catturò tre marvizzi, lui e Zia Nannina mi invitarono a cena e ancora ricordo il sapore dei pesci cotti sulla fornacella.
'Zi Peppe aveva i capelli bianchi e l'immancabile coppola blu.
Zia Nannina anche lei bianca, ma con gli occhi scuri ridenti e il sorriso sempre pronto.
Non avevavano avuto figli, e vivevano l'uno per l'altra.
Un brutto giorno Zia Nannina si alzò presto per fare il caffè, ma avendo per sbaglio lasciata aperta la manopola del gas la sera precedente, appena accese un fiammifero, tutta la stanza prese fuoco.
Con ustioni su tutto il corpo furono portati al Loreto Crispi.
Li andavo a trovare spesso. Sembrava che l'immediatezza delle cure potesse avere la meglio sulle bruciature.
Prendevo in giro 'Zi Nannina, le dicevo che con la pelle nuova nessuno l'avrebbe riconosciuta e l'avrebbero scambiata per una sedicenne e fra le bende imbevute che le ricoprivano il viso, gi occhi le sorridevano.
'Zi Peppe aveva la febbre forte, delirava, si agitava, diceva che qualcuno rubava i pesci dalla sua nassa.
Il medico non si spiegava perchè portasse ritmicamente i pugni chiusi, insieme, al petto, per poi lasciarli andare. 
Gli spiegai chi era, e che continuava a fare quello che aveva sempre fatto... remare.
Il medico, intenerito, cercò in tutti i modi di fronteggiare l'infezione, ma il fisico minuto di 'Zi Peppe non fu in grado di sopportare le cure.
Zia Nannina, più forte e un po' più giovane, dopo mesi e mesi di ospedale, riuscì a tornare a casa, e a sopravvivergli di qualche anno.
La vista di fronte casa di 'Zi Peppe e 'Zì Nannina

3 commenti:

  1. non ricordo queste splendide persone. A Giuseppone conoscevo un ragazzo il cui cognome era Cagnola, il nome mi sfugge, aveva una sorella e il progetto di andar per mare.

    RispondiElimina
  2. Aldo e la sorella Dea,.Se li rintracci ,salutali da parte mia con tanto affetto.

    RispondiElimina
  3. Io ricordo bene zi Peppe negli anni 60 quando con mio padre la sua barca per andare a fare le cozze a preta salata. Come posso fare per avere il libro???

    RispondiElimina